Ispantos
Per me la Sardegna è un organismo. Un organismo cosciente, attraversato da un sistema di comunicazione invisibile, efficace. Una entità maschile e femminile contemporaneamente. A volte rassegnata come può esserlo chi ha milioni di anni di esperienza, a volte ribelle, combattiva come un adolescente appena affacciato alla società alla ricerca di una soluzione immediata, di una rivoluzione. Di questo organismo il territorio è il primo valore che va difeso. Si può offendere una terra sfruttandola in modo intensivo, senza controllo, con spirito di saccheggio, cercare il massimo del beneficio personale e immediato nel minor tempo possibile. Se sposassimo una idea di progresso siffatta che cosa lasceremo ai nostri nipoti? Tutti gli elementi costitutivi di un territorio vanno salvaguardati, il mare, le coste, le pianure, le piante, gli animali, la montagna. Anche l’elemento uomo va salvaguardato, assieme alle sue manifestazioni; ogni gruppo che popola il mondo ha diritto alla propria libertà e dignità e a conservare, se crede, il suo patrimonio di codici e segni, di usanze e consuetudini. Durante il mio viaggio spesso mi è tornata alla memoria la vita di Chico Mendes, siringueiro brasiliano che difendeva il diritto degli Indios amazzonici a vivere nel proprio territorio con le proprie usanze, secondo le proprie regole e in armonia con il proprio ambiente naturale.
... Come aggredire, dunque, una realtà così compatta, serrata tra stereotipia e opacità? E qui il discorso torna al lavoro di Coletti.
Il quale compie, mi sembra, essenzialmente due operazioni al fine di offrirci una rappresentazione non stereotipata o epifenomenica. La prima è quel- la di rileggere le cose attraverso un criterio segnico; la seconda è quella di porre in relazione le cose tra loro, in modo da penetrare nel loro significato più profondo, scalfendo la superficie.
Francesco Faeta
tratto dal libro "Ispantos. A Journey in Sardinia"