senza apparente motivo, elegia per l'Aquila
... Io credo che la memoria sia una grotta dove fluttuano tutte le esperienze e i ricordi da quando si è nati al proprio tempo e da quando si è nati a ritroso nel tempo fino alla prima espansione dell’universo, da quando ci si estingue a quando l'universo in cui esisto finirà. Non tutte le tracce e gli indizi sono chiari quelli che ho vissuto prima della coscienza sono offuscati, sfocati, immersi in una atmosfera indeterminata; quelli che verranno dopo la mia coscienza sono bagliori vividi come rivelazioni; le evidenze e i segni che scorro nel tempo della mia coscienza hanno il colore della vita e sono più chiari o meno accennati a seconda della distanza tra me contemporaneo e gli accadimenti ai quali sono legati. Mi considero, in pratica, un viaggiatore del tempo è per questo che quando penso alle mie esperienze personali mi muovo agile attraversando il tempo o fluttuando in esso. ...
...Affrontare a piedi lo spazio del disastro ha il significato per me di una preghiera mistica e di una processione laica allo stesso tempo. Questo atto antico e semplice del viaggiatore di ogni spazio e di ogni tempo mi ricongiunge con le divinità della terra e del cielo, alla mia tradizione spirituale, pagana e laica. Camminando sull’ipotetica linea della distruzione del terremoto ho incontrato una roccia spaccata metafora dell'esplosione e della frammentazione. ...
... Entro dentro una casa e osservo la propagazione delle onde su un piano bidimensionale. Nelle casa distrutta la traccia del sisma disegna rami sui muri. È una forma ricorrente che in natura si ripete nel tragico e nel sublime. Come i rami dell’albero o i disegni dei tentacoli di un polpo quando si esaminano in un fotografico congelamento temporale. Assieme e distinta a questa visione composta da mille v intrecciate che dirigono i loro rami verso l’alto, vive, in questi luoghi, uno stato di calma. ...