storia della colonna che si è voluta fare bimbo
… Partendo dal linguaggio concreto si sa che un bambino è un bambino e una colonna è una colonna. Rimarrebbero separati per sempre se qualcuno, un folle o un visionario, non si prendesse la cura di farli comunicare tra di loro, forse trasportandoli con modalità non convenzionali in dimensioni sconosciute. Oppure scoprendo universi contemporanei e paralleli agli accadimenti quotidiani. Basta cambiare il nome o la funzione delle cose per creare visioni alternative. È questo il modo in cui nascono le storie. Con qualcuno che mette assieme due elementi e ne descrive le vicende. Poco conta se gli elementi in questione sono animati o oggetti. Sembrano comunque rispondere alle stesse leggi. Nascita, sviluppo, decadenza e estinzione - e poi si ricomincia? -. Mutamenti, trasformazioni che governano le esistenze differenziate solo dal concetto di tempo proprio di ogni elemento. …
… Ma nel momento in cui ti senti rassicurato da una realtà, capita in condizioni particolari che questa riesca a stupirti con eccezionali e inaspettate manifestazioni. Se vi dico che il cielo è diventato scuro in un istante e che le colonne sembravano muoversi la ragione vi farà dubitare. Di fatto tra tutti i pilastri uno si fa bambino e fugge …
Polonnaruwa 24 luglio 1992